Torniamo in campo con il protocollo del «buon senso»
10-09-2020 09:12 - Il Punto
Il Punto del presidente nazionale CSI Vittorio Bosio su Avvenire 10 settembre 2020
Ampiamente attesi, sono stati finalmente approvati ad inizio settembre gli aggiornamenti ai protocolli per le attività sportive del Centro Sportivo Italiano. Un’altra tappa di avvicinamento al ritorno “in campo”, nel senso più ampio della parola. Anche in questo caso penso di poter ripetere “finalmente” perché è quantomai evidente il bisogno psicofisico, sempre più necessario e pressante, di tornare a fare attività sportiva. Questa crisi epocale, che tanti lutti ha seminato e continuerà a seminare ancora per molto tempo in tutto il mondo, nella nostra realtà associativa nazionale ha contributo a mettere in luce l’eccellente qualità, in linea generale, dei nostri dirigenti.
Non sto esagerando. Molto raramente sono venuto a conoscenza di presidenti, allenatori, responsabili di attività sportiva, che nel territorio si siano fermati, annientati dalla perdita di ogni speranza. Quasi ovunque percepisco una voglia di riprendere che è voglia di sport, voglia di vita, voglia di relazioni fra le persone.
A beneficiarne saranno soprattutto i bambini e ragazzi, e questo mi rende ancora più orgoglioso di rappresentare, oggi, il Csi. Mai come in questo anno, probabilmente, il valore sociale e morale del nostro impegno organizzativo, formativo, educativo, è stato messo in evidenza.
Al contempo e a scanso di ogni equivoco, sottolineo ed evidenzio però che questo coraggio, questa fiducia nella possibilità di riprendere l’attività sportiva non può mai essere a discapito della sicurezza, della prudenza, del rispetto di sé stessi e degli altri.
Ho la certezza che quanto si stia facendo in ogni zona d’Italia sia improntato alla massima accortezza e al più rigoroso rispetto delle norme.
Perciò mi viene spontaneo affermare che si sta imponendo, finalmente, un protocollo che nessuno ha mai scritto ma che è vecchio come il mondo: il protocollo del buon senso.
Rivolgo allora ancora un invito a tutti gli operatori che andranno sui campi di gioco, sulle piste, nelle palestre: applicate, insieme con le regole del più recente Dpcm anche la regola della sensibilità e dell’amore per i ragazzi. Senza voler strafare. Faccio un solo esempio con gli arbitri, chiamati a fare bene, con semplicità e spirito di servizio, il loro compito.
Nulla di più e di diverso, senza eccedere. Altrimenti è alto il rischio di popolare lo sport di tuttologi, che sono allo stesso tempo fischietti, dirigenti sportivi, assistenti sociali, professori, scienziati, virologi… . I direttori di gara del Csi devono svolgere quello che sanno fare al meglio, senza inutili sconfinamenti in campi non di loro competenza. E i casi potrebbero essere molti altri, perché questo è l’anno zero, del ritorno graduale alla vita dopo mesi terribili e dolorosi. Quello che conta è poter supportare la potente voglia di fare sport delle società sportive e lavorare per loro, per i ragazzi, per gli adulti. Insomma, in una parola, fare il Csi, perché di questa Associazione l’Italia ha molto bisogno.
Fonte: Vittorio Bosio Presidente CSI Nazionale