«Amore per il prossimo» password sotto l'albero
La sorpresa di quest'anno potrebbe essere un albero di Natale senza doni né luci. Non è detto. Dipende da noi e dalla nostra capacità di continuare a credere che passerà questo periodo, che i problemi si incanaleranno su un sentiero risolutivo, che la gente smetterà di ammalarsi e morire. Succederà così, ne sono sicuro, ma occorrono molta calma, pazienza, fiducia nella nostra forza associativa.
Scrivo ciò che sento nel cuore: pandemia, lutti, sofferenze di tante famiglie, sofferenze dello sport, del nostro ambiente. Tutto sembra crollare e le società sportive si sono dovute fermare chiudendo alla possibilità di accogliere i ragazzi e la loro voglia di giocare. Non eravamo pronti e abbiamo capito (abbiamo dovuto capire) che basta poco per sconvolgere la vita. Ma tutto ciò non può essere solo una coltre irrespirabile che spegne la gioia di fare, il gusto di essere persone, unite in relazione per vivere la bella avventura dello sport.
Sia chiaro: i problemi, specialmente con i livelli sportivi cosiddetti più alti, non si stanno per niente affievolendo. Al contrario, diventano ancor più acuti perché in certi ambienti la correttezza è un valore sconosciuto. Abbiamo sognato e continuiamo a sognare che le difficoltà alla fine creassero un rapporto migliore, portando al dialogo, alla collaborazione, per il bene dello sport e per il bene comune. Eravamo convinti che uniti avessimo, anzi, abbiamo, tutti da guadagnare perché, uniti, i problemi, anche quelli più gravi, si possono risolvere.
Invece c'è ancora un bel pezzo di tunnel da percorrere prima di vedere la luce in fondo. Intanto la crisi ha evidenziato un'emergenza educativa grave. Vediamo alzarsi posizioni che non hanno senso perché tendono a imporre solo interessi di parte, dando spazio ai peggiori egoismi.
Non è, la mia, una visione pessimistica, ma realistica. Da qui però dobbiamo partire per riemergere: dal coraggio di parlarci con franchezza, senza finzioni e senza deroghe. Abbiamo il dovere di difendere la libertà di proporre uno sport pensato e organizzato per tutti, e in particolare per gli ultimi, per quelli che diversamente non avrebbero altre opportunità. Perché un certo modo di fare sport lo sappiamo fare solo noi.
Cosa serve allo sport? Cosa chiediamo alle istituzioni? Di fare chiarezza. Chi ha il potere e la responsabilità di gestire la cosa pubblica trovi la forza di fare ordine nelle regole e di imporre la strada della correttezza e del rispetto per tutti.
Il Csi non starà a guardare. Difenderemo i nostri valori, le nostre proposte, continueremo a tutelare le società sportive di base. Non vogliamo corsie preferenziali ma non accettiamo neppure di essere messi fuori dalla porta di una casa che è anche nostra e che abbiamo contribuito a costruire: la casa dello sport.
Ci prepariamo ad una ripresa che per quanto tardi a venire ci sarà. Allora saremo pronti. Ne sono certo perché da tutta Italia continuo a ricevere richieste di chiarimento su come organizzare il ritorno alle attività, su cosa si può fare mentre dobbiamo stare quasi chiusi in casa, su come evitare che il nostro patrimonio sportivo, educativo e formativo vada disperso a causa della stanchezza e della sfiducia.
Il Csi ha sospeso le attività nazionali per rispetto alle normative in essere e perché la salute è un bene da non mettere a rischio. Dobbiamo però essere anche noi portatori di un messaggio di speranza in particolare nei giorni in cui celebriamo il Natale. Forse il Natale più vero che mai, poiché Gesù è nato nella povertà, in fuga dai potenti che lo volevano uccidere, accudito solo dai genitori e al poco calore di due umili animali domestici. Poi il Natale è divenuto un'altra cosa, ma sotto l'albero o accanto al Presepe, quest'anno mettiamoci un grande pacco pieno di buone e serie intenzioni. Fra le più importanti, quella di continuare a servire una meravigliosa idea di sport per tutti, senza porte di ingresso chiuse per chi non ha particolari talenti, ma con una unica password: l'amore per il prossimo.
Questo è l'augurio di Natale mio personale e del Centro Sportivo Italiano.
Vittorio Bosio
Presidente Csi Nazionale
scritto da AVVENIRE
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